Alberese | Parco Naturale delle Maremma

Capalbio


Colline Metallifere


        Massa Marittima

la costa Toscana

        Walking along the Tuscan coast

Crete Senesi

         Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

Grosseto


Manciano


Montagnola Senese

         Walking in the Montagnola senese


Montalcino

Monte Amiata

         Walking on Monte Amiata

Montepulciano

Prato

Scansano

Siena

          Fonti di Siena

Ospedale Santa Maria della Scala

Sorano

Sovana

Val d'Elsa

          San Gimignano

Val d'orcia

          Montalcino

          Pienza

          Sant'Antimo

          San Quirico d'Orcia

          Radicofani

          Walking in the Val d'Orcia


Val di Chiana

         Montepulciano

         Montefollonico


Valle d'Ombrone

 

 

 

 

 

 

 





 
La Costa Toscana

Colline sotto Podere Santa Pia, paesaggio di Ungaretti

Colline sotto Podere Santa Pia, paesaggio di Giuseppe Ungaretti

 

Toacana ] Galleria di immagini  
     
   

 

   
   

Sono tornato ai colli, ai pini amati
E del ritmo dell'aria il patrio accento
Che non riudrò con te,
Mi spezza ad ogni soffio...

Passa la rondine e con essa estate,
E anch'io, mi dico, passerò...

[Giuseppe Ungaretti, Continuo schianto]

 

   
   

Giorno per giorno

 

1

"Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto…"
E il volto già scomparso
ma gli occhi ancora vivi
dal guanciale volgeva alla finestra,
e riempivano passeri la stanza
verso le briciole dal babbo sparse
per distrarre il suo bimbo...

2

Ora potrò baciare solo in sogno
le fiduciose mani...
E discorro, lavoro,
sono appena mutato, temo, fumo...
Come si può ch’io regga a tanta notte?...

3

Mi porteranno gli anni
chissà quali altri orrori,
ma ti sentivo accanto,
m’avresti consolato...

4

Mai, non saprete mai come m’illumina
l’ombra che mi si pone a lato, timida,
quando non spero più...

5

Ora dov’è, dov’è l’ingenua voce
che in corsa risuonando per le stanze,
sollevava dai crucci un uomo stanco?...
La terra l’ha disfatta, la protegge
un passato di favola...

6

Ogni altra voce è un’eco che si spegne
ora che una mi chiama
dalle vette immortali...

7

In cielo cerco il tuo felice volto,
ed i miei occhi in me null’altro vedano
quando anch’essi vorrà chiudere Iddio...

8

E t’amo, t’amo, ed è continuo schianto!...

9

Inferocita terra, immane mare
mi separa dal luogo della tomba
dove ora si disperde
il martoriato corpo...
Non conta… Ascolto sempre più distinta
quella voce d’anima
che non seppi difendere quaggiù...
M’isola, sempre più festosa e amica
di minuto in minuto,
nel suo segreto semplice...

10

Sono tornato ai colli, ai pini amati
e del ritmo dell’aria il patrio accento
che non riudrò con te,
mi spezza ad ogni soffio...

11

Passa la rondine e con essa estate,
e anch’io, mi dico, passerò...
Ma resti dell’amore che mi strazia
non solo segno un breve appannamento
se dall’inferno arrivo a qualche quiete...

12

Sotto la scure il disilluso ramo
cadendo si lamenta appena, meno
che non la foglia al tocco della brezza...
E fu la furia che abbatté la tenera
forma e la premurosa
carità d’una voce mi consuma...

13

Non più furori reca a me l’estate,
né primavera i suoi presentimenti;
puoi declinare, autunno,
con le tue stolte glorie:
per uno spoglio desiderio, inverno
distende la stagione più clemente!...

14

Già m’è nelle ossa scesa
l’autunnale secchezza,
ma, protratto dalle ombre,
sopravviene infinito
un demente fulgore:
la tortura segreta del crepuscolo
inabissato...

15

Rievocherò senza rimorso sempre
un’incantevole agonia di sensi?
Ascolta, cieco: “Un’anima è partita
dal comune castigo ancora illesa...”

Mi abbatterà meno di non più udire
i gridi vivi della sua purezza
che di sentire quasi estinto in me
il fremito pauroso della colpa?

16

Agli abbagli che squillano dai vetri
squadra un riflesso alla tovaglia l’ombra,
tornano al lustro labile d’un orcio
gonfie ortensie dall’aiuola, un rondone ebbro,
il grattacielo in vampe delle nuvole,
sull’albero, saltelli d’un bimbetto...

Inesauribile fragore di onde
si dà che giunga allora nella stanza
e alla freschezza inquieta d’una linea
azzurra, ogni parete si dilegua...

17

Fa dolce e forse qui vicino passi
dicendo: “Questo sole e tanto spazio
ti calmino. Nel puro vento udire
puoi il tempo camminare e la mia voce.
Ho in me raccolto a poco a poco e chiuso
Lo slancio muto della tua speranza.
Sono per te l’aurora e intatto giorno”.

(da Il Dolore, 1947)