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Mappa  I bottini di Siena | Le fonti di Siena e i loro acquedotti

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Mappa  I bottini di Siena | Le fonti di Siena e i loro acquedotti a [1]

 

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Le Fonti di Siena | I bottini di Siena | Le fonti di Siena e i loro acquedotti

   
   

'Un vero sistema di bottini deve essersi sviluppato presso fonte Branda che fu una delle fontane più antiche e senza dubbio la più abbondante. Però non sappiamo come, in tempi posteriori ai romani, chiamassero questi condotti sotterranei : forse cimiculi, aquaeducti, canalia.

I nostri documenti più antichi non li nominano mai e solamente nel 1.° libro della Biccherna ( l ) cioè in quello del 1226 si parla per la prima volta di un « canale » e di un « buctinus » ( 2 ) e da allora in poi il nome « bottini » diviene frequentissimo e quasi unicamente adoperato.' [2]

I bottini di Siena

I bottini di Siena sono le gallerie sotterranee costruite nel XIII-XV secolo per l'approvvigionamento idrico.

Descrizione

Le gallerie si estendono per circa 25 km e sono per la maggior parte scavati nella roccia. Le pareti sono coperte da incrostazioni di calcio, stalattiti e stalagmiti.

Storia

Le prime opere di scavo risalgono al 394. Durante il Medioevo si intrapresero i lavori per intercettare le falde acquifere e canalizzare in cunicoli sotterranei le acque provenienti da sorgenti distanti. Nel 1267-1268 si pensò di deviare il corso del fiume Merse verso Siena, ma non se ne fece nulla. L'estensione attuale della rete sotterranea risale al 1466. Sono ancora in funzione e alimentano le fontane, mentre per gli edifici l'acqua viene portata da un acquedotto moderno.

La loro importanza strategica è attestata da due tentativi di entrare in città attraverso di loro. Nel 1554 l'esercito dell'imperatore Carlo V tentò di prendere Siena passando per i bottini e per poco non ci riuscì (Assedio di Siena). Nel giugno del 1944 i partigiani progettarono di liberare la città occupata dai tedeschi sempre per questa via, ma rinunciarono.

Devozione

In molti punti si trovano delle statuette in terracotta della Madonna murate nelle pareti e numerose sono le croci incise, anche con la punta dei picconi, a protezione dai pericoli dell'oscurità.

Leggende

Omiccioli e fuggisoli

Gli operai addetti alla loro costruzione (i "guerchi") spesso fuggivano spaventati dall'apparizione di creature sotterranee: gli omiccioli e i fuggisoli. Gli omiccioli, simili a folletti, si limitavano a ballare e a mettere allegria. I fuggisoli apparivano come lampi di luce improvvisi. Poiché parte del compenso dei guerchi era in vino, è probabile che le visioni che avevano fossero dovute al timore per i luoghi bui sommato agli effetti dell'alcool.

Il fiume Diana

« Tu li vedrai tra quella gente vana
che spera in Talamone, e perderagli
più di speranza ch'a trovar la Diana;
ma più vi perderanno li ammiragli »
(Dante, Divina Commedia, Purgatorio, XIII, 151-154)

Secondo una tradizione medievale nel sottosuolo di Siena scorrerebbe un fiume: la Diana. Il mormorio delle sue acque sotterranee sarebbe udibile nel silenzio più totale in due punti della città: nella zona di Porta Ovile, a nord-est, e nella zona di Pian dei Mantellini, a sud-ovest. Non a caso attigua a quest'ultima zona c'è una via chiamata Via della Diana, in riferimento al leggendario fiume sotterraneo. Si pensò quindi che un fiume attraversasse il centro cittadino in direzione nord-est/sud-ovest e che lo sfruttamento delle sue acque avrebbe risolto il problema dell'approvvigionamento idrico di Siena. Nel 1176 un pozzo scavato dai frati del Convento del Carmine (zona Pian dei Mantellini) trovò una vena d'acqua abbondante. La scoperta sembrò essere la prova dell'esistenza del fiume Diana e diede inizio ad altri interventi simili. Nel 1295 il Consiglio Generale della Repubblica di Siena finanziò ulteriori scavi anche in altre zone lontane della città. Nel XIII-XIV secolo si spese molto denaro pubblico nella ricerca del fiume sotterraneo, ma per quanti sforzi si facessero il fiume non si trovava. I notevoli costi della ricerca erano ben noti alla rivale Firenze che la considerava un insensato dispendio di risorse. Dante la cita nella Divina Commedia: la senese Sapia chiede a Dante di ricordarla ai suoi parenti che troverà a Talamone intenti a scavare insensatamente un porto così come hanno fatto per trovare la Diana (Purgatorio, XIII, 151-154).

 

Le fonti

Le fonti maggiori sono Fonte Gaia, Fontebranda, Fonte d'Ovile, Fonte Nuova d'Ovile, Fonte di Follonica, Fonte del Casato, Fonte di Pescaia.

Le fonti minori sono Fonte delle Monache, Fonte di San Maurizio, Fonte di Pantaneto, Fonte dei Pispini, Fonte di San Carlo, Fonte dell'Orto Botanico; Fonti nella valle di Porta Giustizia, Fonte del Laterino, Fonte delle Sperandie; Fonte Caccialupi, Fontebecci, Fonte delle Cannelle, Fonte della Prodaia.


Visita alle vie d'acqua sotterranee di Siena

Il 27 gennaio 2010, dopo un lungo lavoro di restauro edilizio e di allestimento è stato inaugurato il Museo dell'Acqua,  situato nei locali che si trovano sopra le Fonti di Pescaia dove i soci della Diana collaborano con il Comune di Siena e accompagnano i visitatori lungo il percorso.[3]

 

Per la particolarità della visita, la prenotazione è obbligatoria e si può effettuare  telefonando ai numeri: 0577 / 292614-15, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.30 oppure inviando una e-mail a ticket@comune.siena.it indicando la data, il numero dei partecipanti e il recapito telefonico). Al momento della prenotazione verrà verificata la disponibilità per la data richiesta e comunicate le modalità di pagamento anticipato dei biglietti.
Il numero massimo di visitatori per ogni turno è di 15 persone. [3]

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Galleria fotografica Siena

Fonti e fontane di Siena | Galleria fotografica

   

 

Le fonti maggiori

 

   
Detall de la Font Gaia de Siena   SienaFontebranda2   SienaFonteDelCasato06

Particolare Fonte Gaia

 

 

Fonte Branda

 

  Fonte del Casato, bacino
Le fonti di Siena e i loro aquedotti, note storiche dalle origini fino al MDLV (1906) (14590733658)   La sorgente dell'Ermicciolo, Vivo’Orcia   SienaFontebecci2

Le fonti di Siena e i loro
aquedotti (1906)

 

  La sorgente dell'Ermicciolo, Vivo’Orcia, Monte Amiata   Fontebecci
       
Fabio Bargagli Petrucci è l’autore di due preziosi volumi su Le fonti di Siena e i loro acquedotti.
Nominato podestà nel 1926, Fabio Bargagli Petrucci avviò numerose iniziative culturali e realizzò vari progetti urbanistici, tali da segnare il suo decennio podestarile come uno dei più vivaci della storia senese del XX secolo.

Fabio Bargagli Petrucci, Le fonti di Siena e i loro aquedotti, note storiche dalle origini fino al MDLV, 1906, Siena : Olschki
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Fabio Bargagli Petrucci, Mappa dei Bottini | www.archive.org/stream/lefontidisiena

Web page on Open Library | Web | pdf | epub

Full text of "Le fonti di Siena e i loro aquedotti, note storiche dalle origini fino al MDLV"

Catoni G., Il fiero Podestà. Fabio Bargagli Petrucci e il patrimonio di SienaSiena, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, 2010

Le fonti di Siena e i loro aquedotti, note storiche dalle origini fino al MDLV, 1906 | Galleria fotografica

Michael P. Kucher, The Water Supply System of Siena, Italy: The Medieval Roots of the Modern Networked City, Routledge, 2005, ISBN: 9780415971669


 

Le fonti di Siena e i loro aquedotti, note storiche dalle origini fino al MDLV, 1906
Le fonti di Siena e i loro aquedotti, note storiche dalle origini fino al MDLV, 1906

 

Siena's Historic Community Fountains | How do the Bottini work? | sites.google.com

 

 

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